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20 gennaio 2010

Il futuro della carta stampata


Se mi chiedessero quando è stata l'ultima volta che ho acquistato un quotidiano, non senza imbarazzo, sarei costretto a rispondere che purtroppo non ricordo. Andrebbe un po' meglio se qualcuno mi chiedesse quando ho sfogliato le pagine di un giornale, perché di solito lo faccio tutte le domeniche mattina quando al bar della piscina di Villaguardia aspetto che il resto della famiglia esca dagli spogliatoi. Sia chiaro sono un lettore avidissimo di notizie, ma quasi esclusivamente attraverso i siti web delle testate giornalistiche.

A scatenare questa mia riflessione è stato il rimbalzare, manco a dirlo, sul web della notizia che alcune testate giornalistiche stanno pensando seriamente (e alcune anche già attuando) la politica di far pagare i loro contenuti anche ai lettori on-line. A pensarci bene, non c'è nessuna differenza tra il giornalista che scrive sulla versione cartacea e quello che scrive sul sito web: entrambi vogliono essere pagati alla fine del mese. Se poi chi scrive è la stessa persona e, magari, è uguale anche l'articolo, allora viene spontaneo domandarsi: perché qualcuno dovrebbe pagare un euro per prendersi la briga di andare fino in edicola ad acquistare un giornale e poi doverlo smaltire, quando quasi a costo zero, può leggere le stesse cose senza muovere un passo?

Ricordo che al liceo - bei tempi - la prof di Inglese ci aveva fatto scrivere un tema circa le differenze tra il giornale tradizionale e quello televisivo. Allora infatti, sembrava che il duello dell'informazione fosse una gara a due tra carta e TV e nessuno immaginava quale potente rivale potesse nascondersi nelle pieghe della rete. Probabilmente quando mio figlio andrà a scuola comporrà un tema sulle differenze tra l'informazione televisiva e quella telematica dando per scontato che tutti i dinosauri che ancora leggono su carta si siano estinti. Sempre del liceo è il ricordo dell'emeroteca, quella saletta che nel corso dei 5 anni ha cambiato più volte ubicazione e che conteneva i giornali a cui l'istituto scolastico era abbonato. Era stata la prof di filosofia a spiegarci che il nome emeroteca deriva dalle parole greche giorno e custodia e ben si applica al caso dei quotidiani: non vale la pena conservarli per più di un giorno. Adesso con le testate online, le notizie evolvono di minuto in minuto e nel giro di un giorno i siti dei giornali cambiano completamente d'aspetto e di contenuto. Volete un esempio calzante? Dopo il posticipo della serie A che di norma vedo a casa di mio papà, ascolto l'intervista agli allenatori poi vado a casa e subito leggo sulla Gazzetta.it il commento a caldo della partita.

La mia opinione è che la versione on-line è molto più pratica e rispecchia maggiormente le esigenze del lettore, o per lo meno le mie: è aggiornata in tempo reale, gli articoli sono scritti in modo conciso e più incisivo e se, a questo, si aggiunge la potenza del web per la carta stampata non c'è speranza. In particolare ci sono tre aspetti che rendono le testate on-line superiori:
  1. L'ipertesto. Se all'interno di un articolo, l'autore vuole presentare ulteriori dettagli, grazie all'ipertesto può mettere un link o ad un altro articolo o ad una sorgente esterna e il lettore non deve fare altro che cliccare sulla scritta in blu sottolineata. 
  2. L'interattività. Se volessi replicare ad un articolo apparso su un quotidiano dovrei preparare una lettera ed inviarla al direttore e poi magari aspettare qualche giorno prima di vederla comparire nella pagina della posta con qualche riga di risposta. Sui giornali on-line - anche se non tutti offrono questa possibilità - i commenti dei lettori sono immediati e leggere cosa pensano anche altri è, a volte, ancora più interessante della notizia stessa.
  3. La pluralità. Se sul corriere.it leggo una notizia presentata in modo fazioso e volessi sentire anche altre campane non devo andare in edicola ed investire un altro euro, semplicemente scrivo repubblica.it nella barra dell'indirizzo e vedo cosa succede.
Se tutti facessero come me, la carta stampata avrebbe un futuro molto breve e onestamente sarei un po' spaventato al pensiero di giornali on-line a pagamento; visto l'uso e l'abuso che ne faccio, la mia fame di informazione rischierebbe di venirmi a costare troppo. Però posso anche capire che le inserzioni pubblicitarie tra le pagine web non rendano altrettanto bene quanto la moneta da un euro per acquistare la propria copia. La mia speranza è che tutto resti così come è, ma non so fino a quando tutto questo durerà.

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