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3 novembre 2010

Squadra di supporto

Oggi è una giornata di quelle che mi sarebbe piaciuto apostrofare "per essere lunedì, ci è già andata bene". Sì perché le giornate più impestate capitano sempre e rigorosamente il primo giorno della settimana e oggi pur essendo mercoledì era per noi di fatto il primo giorno lavorativo della settimana.

Stamattina arrivo bel presto, aiutato da condizioni del traffico decisamente favorevoli, ma capisco subito che genere di giornata mi si sarebbe prospettata. Mi dicono: la cantina è allagata causa pioggia nel week end, vedi un po' di gestire la faccenda.

Inizio facendo un giro di controllo; la situazione non è poi così catastrofica, ho visto il bagno di casa mia in condizioni ben peggiori, ma non ho nulla per intervenire, né stracci né scope per non parlare poi di un'aspiraliquidi. Ritorno in ufficio, prendo il telefono e comincio a chiamare il responsabile dell'infrastrutture che però non risponde. Chiamo il suo vice, ma niente e solo allora mi rendo conto che, vista la chiusura della scuola europea, molti colleghi hanno approfittato per una settimana di vacanza. Non mi resta che chiamare i pompieri - il JRC ha un servizio interno per la gestione delle emergenze. Una soluzione drastica, ma pur sempre una soluzione. Compongo il 9999, numero unico per le emergenze, e dopo qualche squillo, risponde un signore che con fare distinto mi dice: "Supportin, buongiorno come posso esserle utile?".

Nel frattempo che mi presento e illustro il problema, penso Supportin non lo avevo mai sentito, deve essere un cognome Veneto un po' come Zanin o Rinaldin. La telefonata si conclude con la presa in carico del problema e io appendo soddisfatto della mia efficienza. Passano nemmeno cinque minuti e mi squilla il telefono, rispondo e: "Salve, qui Supportin, le sto inviando una squadra di pompieri per un sopralluogo, li può accompagnare in cantina?" Non c'è problema, appendo sempre più gasato dall'efficienza del centro. Questione di minuti e il LandRover dei pompieri posteggia davanti al ciclotrone, scendono in due e io li accompagno sul luogo del delitto. Mi dicono che la situazione è facilmente risolvibile e che nel primissimo dopopranzo avrebbero sistemato tutto.

Sembrerebbe tutto fatto, se non fosse che alle quattro scopro che non sono ancora arrivati, allora riprendo il telefono, rifaccio il 9999 e puntuale come sempre risponde il signor Supportin. Dico: "mi scusi, potrei parlare con i pompieri?" e dall'altra parte del filo "sì sì, siamo sempre noi, adesso ci chiamano support team, ma siamo sempre i pompieri..." A qualche punto e solo a quel punto, ho realizzato che "Supportin" non era il cognome del mio interlocutore, ma la pronuncia con un forte accento lombardo dell'inglese "support team", ovvero squadra di supporto. Il Supportin - permettetemi di continuare a chiamarlo così - deve aver pensato che era caduta la linea perché per qualche secondo non ho proferito parola, impegnato com'ero a pensare se per caso nel corso delle varie telefonate l'avessi chiamato Signor Supportin. Continuo la telefonata trattenendo a stento una risata che è scoppiata come una bomba appena appesa la cornetta.

Morale della favola: anche nelle situazioni più nere, si trova sempre l'occasione per una sana risata

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